Così detta perché si raggiunge, in un paesaggio incontaminato, l'estremo nord dell'Acrocoro sui cigli della Valsugana.
La parte iniziale è uguale alla pista "Ortigara" fino al bivio di Monte Forno, dove, proseguendo a destra, si percorre un lungo falsopiano e si raggiunge la selletta (q. 1610) e poi in discesa facile a mezza costa il bivio (q. 1703), ove passa l'itinerario principale "rosso".
Si prosegue a sinistra verso Malga Moline lungo pianori e dossi con piccole discese. A circa 200 metri dal rifugio si tiene la sinistra verso il piazzale del Lozze, che si raggiunge senza particolari difficoltà risalendo un breve valloncello. Si lascia a sinistra la pista per l'Ortigara, per seguire a destra la pista che attraversa il Piazzale e sale in modo accentuato verso nord fino a sboccare sul pianoro di Pra della Porta in vista del Monte Caldiera.
Si percorre in piano la valletta bellissima per raggiungere dopo 1,5 chilometri Porta Molina in vista della Valsugana, 2000 m. di strapiombi e in fondo i paesi di Strigno, Borgo Valsugana e altri, e come cornice le Dolomiti.
Il ritorno si esegue rifacendo per un piccolo tratto la pista e procedendo a sinistra. Una dolcissima discesa con qualche tratto più ripido ma breve, riporta alle spalle di Malga Moline. La si sorpassa a sinistra come indica la segnaletica e in discesa per dossi e un paio di tornanti si raggiunge il pianoro del Buso del Diavolo.
Una leggera salita e poi in discesa di nuovo, ancora un paio di tornanti, qualche curva e si arriva al bivio di Fossetta. Lo si lascia a sinistra continuando ancora per un po' la discesa. Giunti alle rocce del Poggiolo Cattagno si incomincia il lungo falsopiano (Km. 8) che porta, prima a Malga Mandriele, poi a Malga Fiara fino a Campomuletto. Di qui si inizia la discesa fino al rifugio di base Campomulo.
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